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Discussione generale a tema Radio => Discussione generale a tema Radio => Discussione aperta da: joshua il Ven 22 Aprile, 17:33 2022

Titolo: La radio in mare anni 30
Inserito da: joshua il Ven 22 Aprile, 17:33 2022
Buona sera amici, volevo una conferma da chi è più esperto di me. Ho appena terminato di leggere il resoconto del giro del mondo a vela fatto da un avventuroso italiano negli anni 30.
La barca, appositamente costruita, era una piccola goletta di 10 metri, molto spartana ed essenziale ma anche molto robusta e ben fatta da un cantiere napoletano, tanto che porterà a termine l'impresa.
Talmente essenziale che era priva di motore, e questo non meraviglia vista l'epoca e la scarsa utilità che avrebbe avuto su un percorso così lungo; quello che invece mi meraviglia è  che non avesse una radio.
L'armatore giustifica la sua scelta dicendo che la radio non avrebbe funzionato in molte delle zone nelle quali si sarebbe trovato a navigare, cioè nel pieno degli oceani. Ora questa mi sembra una strana affermazione. Certo la barca non aveva una fonte di energia ma ricordo che già allora esistevano apparati alimentati da dinamo a pedali, apparati che vennero usati anche nella guerra di Etiopia. https://amzn.to/3rC9ngc
Ora l'armatore, come molti romantici della sua specie, era anche a corto di soldi, per cui aveva limitato le attrezzature di bordo al minimo indispensabile.
Ma la mia domanda è: avrebbe funzionato una radio anche rudimentale?
Titolo: Re:La radio in mare anni 30
Inserito da: tmmlrd il Ven 22 Aprile, 18:06 2022
I superstiti del dirigibile Italia si salvarono grazie ad una radio in HF (33m) alimentata a batteria ed operata dai ghiacci del Polo Nord. Era il 1928.
https://it.wikipedia.org/wiki/Italia_(dirigibile)#Le_operazioni_di_ricerca_italiane_del_1929:_la_%22spedizione_Albertini%22 (https://it.wikipedia.org/wiki/Italia_(dirigibile)#Le_operazioni_di_ricerca_italiane_del_1929:_la_%22spedizione_Albertini%22)
Titolo: Re:La radio in mare anni 30
Inserito da: IW3HQD il Ven 22 Aprile, 18:20 2022
Domanda interessante. Ne faccio un'altra: la traversata fu in solitaria o vi furono più membri di equipaggio?
Va detto che le radio dell'epoca erano molto ingombranti, al pari delle antenne (che giocoforza erano dipoli). In una goletta di 10 metri, dove ogni millimetro doveva essere sfruttato, una radio avrebbe appesantito e portato via spazio prezioso ad esempio ai viveri.
L'alimentazione a dinamo non era così scontata, poiché parimenti avrebbe portato via spazio. Si poteva pensare a un accumulatore, ma anche in questo caso le dimensioni avrebbero giocato il loro peso.
Insomma, credo che l'equipaggio abbia dovuto fare di necessità virtù: meglio più vivande.
Avrebbe funzionato? Non lo sapremo mai.
Titolo: Re:La radio in mare anni 30
Inserito da: Dantes il Ven 22 Aprile, 18:27 2022
CitazioneL'armatore giustifica la sua scelta dicendo che la radio non avrebbe funzionato in molte delle zone nelle quali si sarebbe trovato a navigare, cioè nel pieno degli oceani
Affermazione di un armatore e non di uno studioso di radiocomunicazioni dell'epoca, oltretutto non ne ha spiegato i motivi ma chissà che non intendesse dire che l'antenna sarebbe stata inevitabilmente troppo piccola per poter funzionare in modo sufficiente!
Titolo: Re:La radio in mare anni 30
Inserito da: User100 il Ven 22 Aprile, 20:57 2022
Giustificazioni per potersi sollevare da qualunque responsabilità qualora fosse andata storta qualcosa.

Non dimentichiamoci che siamo in Italia.
Titolo: Re:La radio in mare anni 30
Inserito da: tecnico il Sab 23 Aprile, 14:58 2022
Ma che risposta sarebbe?
Stiamo parlando degli anni 30, ogni cosa va collocata nel suo giusto spazio temporale.



Citazione di: IU8QGL il Ven 22 Aprile, 20:57 2022
Giustificazioni per potersi sollevare da qualunque responsabilità qualora fosse andata storta qualcosa.

Non dimentichiamoci che siamo in Italia.
Titolo: Re:La radio in mare anni 30
Inserito da: User100 il Sab 23 Aprile, 17:42 2022
Fra gli anni 30 ed oggi, solo il modo di vestire cambia.
Titolo: Re:La radio in mare anni 30
Inserito da: tmmlrd il Sab 23 Aprile, 18:39 2022
Negli anni 30 non c'era l'FT8  ;D https://amzn.to/3F36KXU
E anche la SSB era agli albori, credo... quella è stata l'epoca d'oro del CW! Dopo 90 anni siamo rimasti solo noi OM a tenere alta quella bandiera... ma non molliamo, per altri 90 anni almeno! ;)
Titolo: Re:La radio in mare anni 30
Inserito da: tecnico il Sab 23 Aprile, 19:17 2022
Si certo.

Ci sarebbero 1000 risposte ma meglio dare ragione.
Titolo: Re:La radio in mare anni 30
Inserito da: User100 il Sab 23 Aprile, 19:36 2022
Mi incurisce molto sapere almeno una delle 1000, perchè una logica per non mettere una radio su una nave non la trovo.

Ti ascolto.
Titolo: Re:La radio in mare anni 30
Inserito da: ziorick2018 il Sab 23 Aprile, 19:42 2022
Goletta di 10 metri... A vela. Le radio navali anni '30 erano pesanti, ingombranti e non tanto affidabili. Se non alimentate con grandi dinamo a vapore, l'unica alternativa era un grande accumulatore... A memoria storica, la italiana FERT (Tosato) faceva da apripista, con le batterie per le centrali telefoniche. Non parliamo di una radio per piccole portate (come le militari spalleggiabili), ma di grandi portatem ergo grandi potenze... grandi potenze e, ahime, grandi antenne commisurate alla luuuunga lunghezza d'onda. Forse, sull'albero un dipolo si sarebbe potuto installare, ma... il peso enorme di un grande accumulatore avrebbe sicuramente portato dei problemi (ammesso che per dimensioni ci fosse stato dentro la goletta).
Qualcuno ha parlato della dinamo a pedali... Provo a rapportarmi a qualcosa di "moderno" che conosco, la GU81M (ne ho una coppia). E' una valvola, una bella valvolona pesante, che da' una bella potenza in 6 metri. La sola accensione del filamento (12,6v) richiede ben 10A... Non credo che ne gli anni 30, le valvole di potenza avessero un rendimento e caratteristiche superiori a quelle attuali, specie con grandi potenze in gioco...
Chi vuol provare ad accendere e mantenere accesa una lampadina da 100W pedalando?

P.S.: I medici cardiologi usano la dinamo a pedali con freno a reostato (ora con IGBT) da una vita per l'ECG sotto sforzo. E mi pare che difficilmente si superano i 125W.

Titolo: Re:La radio in mare anni 30
Inserito da: User100 il Sab 23 Aprile, 19:49 2022
Riccardo, spiegazione magistrale. Non posso che dirti grazie per il commento tecnico-storico suffragato da dati di fatto precisi e dettagliati.

çç16
Titolo: Re:La radio in mare anni 30
Inserito da: tecnico il Sab 23 Aprile, 21:50 2022
Si, ma era abbastanza facile da intuire.
Ma almeno adesso lo sai.
Titolo: Re:La radio in mare anni 30
Inserito da: User100 il Sab 23 Aprile, 21:58 2022
Se lo so è per la spiegazione data dal buon Riccardo che è veramente un "tecnico".
Titolo: Re:La radio in mare anni 30
Inserito da: tmmlrd il Sab 23 Aprile, 23:28 2022
Scusate se insisto: ma allora l'"Ondina" che salvò il comandante Nobile e gli altri superstiti dell'Italia? Era imbarcata sul dirigibile e cadde sul pack al momento dell'incidente insieme ai fortunati che si salvarono, con tanto di batterie. E funzionò quel tanto che bastava per lanciare un SOS. Eppure anche quella per trovare accomodamento sul dirigibile non doveva essere proprio un pachiderma...

http://air-radiorama.blogspot.com/2014/08/la-radio-della-tenda-rossa-di-giuseppe.html?m=1 (http://air-radiorama.blogspot.com/2014/08/la-radio-della-tenda-rossa-di-giuseppe.html?m=1)

https://www.secoloditalia.it/2017/05/rinasce-ondina-33-la-radio-che-salvo-la-vita-agli-eroi-italiani-del-polo-nord-video/ (https://www.secoloditalia.it/2017/05/rinasce-ondina-33-la-radio-che-salvo-la-vita-agli-eroi-italiani-del-polo-nord-video/)

P.S. tra l'altro fu un radioamatore russo a raccogliere il segnale di soccorso... sicuramente il QRM non era un problema allora!
Titolo: Re:La radio in mare anni 30
Inserito da: ziorick2018 il Sab 23 Aprile, 23:45 2022
In maniera molto ironica e molto poco ilare ti dico una verità: oggi come ieri come domani, si usa sempre due pesi e due misure... Il dirigibile comandato dal pioniere dell'aeronautica Nobile era una misura. La goletta da 10 metri, un'altra.
Mi spiego meglio: il dirigibile con radio a bordo trattasi di una aeronave VOLUTA dal Ministero e COSTRUITA su sua indicazione, progetto battezzato all'epoca N-4, e CONCESSO per il rilievo scientifico. Non è un caso che al comando ci fosse il GENERALE NOBILE? La goletta costruita con maestria da un cantiere partenopeo, era... una goletta sì robusta, ma comandata da un avventuroso... probabilmente un pioniere dell'acqua, tanto è vero che portò a termine l'impresa, ma nella sua essenzialità (ciò che non c'è non si rompe) la radio venne omessa.
La giustificazione dell'armatore è deboluccia, forse credibile all'epoca, ma al giorno d'oggi mi fa sorridere amaramente.
Titolo: Re:La radio in mare anni 30
Inserito da: joshua il Dom 24 Aprile, 00:22 2022
Grazie per tutte le vostre risposte. Al di là delle motivazioni tecniche, peso, ingombro e autonomia, credo che la vera ragione sia stata la scarsità dei fondi a disposizione. L'armatore era un ufficiale di marina che aveva chiamato la barca MAS e aveva chiesto aiuti a tutti:  ministeri, Lega Navale ecc ma con scarsi risultati. Anche dopo il suo ritorno non riuscirà a trovare un editore per il suo diario di bordo. La barca era stata esposta alla Fiera del Levante dove poi, causa anche la guerra, è andata persa.
Insomma una bella impresa ma non celebrata come avrebbe meritato e presto dimenticata.
Solo lo scorso anno una nipote ha ritrovato appunti, foto e diario che hanno trovato finalmente un curatore e un editore.
Titolo: Re:La radio in mare anni 30
Inserito da: User100 il Dom 24 Aprile, 13:44 2022
Citazione di: joshua il Dom 24 Aprile, 00:22 2022
Grazie per tutte le vostre risposte. Al di là delle motivazioni tecniche, peso, ingombro e autonomia, credo che la vera ragione sia stata la scarsità dei fondi a disposizione. L'armatore era un ufficiale di marina che aveva chiamato la barca MAS e aveva chiesto aiuti a tutti:  ministeri, Lega Navale ecc ma con scarsi risultati. Anche dopo il suo ritorno non riuscirà a trovare un editore per il suo diario di bordo. La barca era stata esposta alla Fiera del Levante dove poi, causa anche la guerra, è andata persa.
Insomma una bella impresa ma non celebrata come avrebbe meritato e presto dimenticata.
Solo lo scorso anno una nipote ha ritrovato appunti, foto e diario che hanno trovato finalmente un curatore e un editore.

Se qualcosa fosse andato storto stai certo che le celebrazioni si sarebbero susseguite anno dopo anno. È andato tutto bene, meglio così, ma certi progetti senza i finanziamenti adeguati, senza una squadra di supporto in caso di emergenza, andrebbero accantonati perchè con la vita umana non si gioca per la scarsità di fondi.