Pareri tecnici per opera di narrativa.

Aperto da alejon, Mer 15 Marzo, 19:09 2017

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"In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei" (Disclaimer)

alejon


Mi sono appena presentato nell'area apposita e passo a spiegare il mio problema, con un piccolo prologo per contestualizzare il quesito.

Sono alle prese con la scrittura di una storia (vado ancora piano a chiamarlo romanzo, ma il numero di pagine è ormai tale) e mi sono trovato davanti a un problema da risolvere per far progredire la trama in un modo verosimile. Per quanto la storia sia opera di fantasia e contenga molte parti proiettate in un possibile futuro, mi piacerebbe, dove e per quanto possibile, attenermi a conoscenze certe. Questo comporta una bella spesa di tempo in documentazione, e una sana dose di umiltà per cose che non riesco a capire da solo. Dunque, visto che vorrei fare un lavoro preciso, ho deciso di chiedere a chi di sicuro ne sa molto più di me, in modo da non scrivere sfondoni.

A grandi linee... la storia è ambientata in un possibile futuro dove le telecomunicazioni di qualsiasi tipo sono vietate. L'unico modo per comunicare è parlarsi di persona. Questo è l'ambiente, l'humus dove le vicende hanno luogo. Vorrei a un certo punto inserire alcune scene su persone che recuperano vecchie schede elettroniche da discariche per cercare di ripristinare un collegamento radio, sfruttando anche la possibilità di utilizzare vecchie infrastrutture, quali antenne o coppie di ricetrasmittenti usate da polizia locale.

I quesiti sarebbero tanti, ma provo a essere breve e conciso:

- Qual'è il componente elettronico che decide la frequenza? (a me viene da dire "quarzo" per il mio hobby di aeromodellista, ma non sono sicuro.)
- Sarebbe possibile eliminare da ogni scheda elettronica questo componente per evitare appunto di far dialogare una trasmittente con una ricevente?

Spero di non aver chiesto l'impossibile, mi affido a voi. Se volete anche indicarmi (o descrivermi) un breve e semplice tutorial di "radio for dummies", ne sarei lieto.
Grazie anticipatamente delle risposte.

Alessandro


Lucas

Ciao Alessandro, non mi era mai capitato di rispondere a una domanda nell'ambito di un racconto ma proverò a fare del mio meglio. :D

CitazioneQual'è il componente elettronico che decide la frequenza?

Un trasmettitore o ricevitore è composto da diversi componenti elettronici ben definiti, rispondendo alla tua domanda ti dirò che l'oscillatore è quello che genera l'onda quindi immagino è quello che interessa a te, anche un semplice quarzo può fare al caso tuo.

CitazioneSarebbe possibile eliminare da ogni scheda elettronica questo componente per evitare appunto di far dialogare una trasmittente con una ricevente?

Se togli l'oscillatore o il quarzo non funziona più nulla, ma evidentemente non funziona più niente nemmeno se togli altri componenti visto che tutti sono necessari a far funzionare una radio.

Non entro però troppo nei particolare poiché non so come vuoi far proseguire il tuo racconto e quindi non so di preciso il perché della tua domanda.
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alejon


Grazie della risposta tempestiva, Lucas!
Allora il quarzo e l'oscillatore sono la stessa cosa?
Se ho capito bene, le vibrazioni della voce fanno vibrare la membrana del microfono, queste vibrazioni vengono tradotte in segnali elettrici dall'amplificatore bf (bassa frequenza?). Questi segnali vengono "agganciati", nel modulatore, a una frequenza data dall'oscillatore (o quarzo). Il tutto viene amplificato dall'ampli di potenza e spedito nell'etere tramite l'antenna?

Per spiegarti cosa devo rendere... ho pensato a un momento storico dove appunto ogni contatto radio è stato soppresso, tramite interruzioni della rete globale internet e il lento smantellamento delle trasmissioni radio. Ho pensato a un modo per rendere una radio inattiva con poco sforzo. Mentre un'antenna magari è difficile da sradicare e componenti come microfoni e amplificatori sono comuni ad altre apparecchiature, un quarzo è ben poco faticoso da eliminare. Dunque nel mondo che ho immaginato, ci sarebbero grandi discariche piene di carcasse di apparecchiature senza "quel particolare", perché vietato dalla legge.
A questo punto mi viene il dubbio sul modulatore... cosa fa di preciso?
E... un quarzo può avere moltissime dimensione, ma anche lui, come lavora?

Grazie mille, intanto.


Lucas

Si di base è corretto quello che hai scritto però va detta una cosa, un ricevitore lo si può costruire anche senza della componentistica elettronica, ovvero costruendo una semplice radio a galena con il minimo indispensabile, per qui anche vietando qualsiasi componente elettronico la sua costruzione è comunque fattibile seppur con le limitazioni del caso.

Discorso diverso per un trasmettitore, anche se sottolineo che una scarica elettrica è già da ritenersi un segnale radio, inoltre non esistono solo le comunicazioni a voce ma ad esempio quelle tramite telegrafia quindi lo schema diventa ancora più semplice, comunque io direi che nel contesto del racconto i componenti da vietare sono gli oscillatori e i quarzi, senza di questi e un tantino difficile ingegnarsi diversamente anche se tutto è possibile, nel senso che se non ho un oscillatore ne potrei comunque costruire uno elementare anche se qui andiamo sull'estremo almeno per me che sono un radioamatore e non un ingegnere elettronico.
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alejon


Mamma mia che bella la radio Galena, mi devo informare sul suo funzionamento.

Scusa ma non ho ancora capito. Oscillatori e quarzi sono la stessa cosa?
Per fare un esempio, inerente anche alla storia che sto scrivendo, potenzialmente per trasmettere un segnale da un'isola alla terraferma, distanza 25 km, se alle mie riceventi e trasmettenti mancasse l'oscillatore io dovrei solo mettere al posto giusto un quarzo della stessa frequenza su ogni apparato? In questo modo sarebbero radio a una sola frequenza?


Lucas

I quarzi vengono utilizzati per avere una maggior stabilità di frequenza ma il circuito oscillatore che io sappia rimane comunque, poi non mi addentro oltre in quanto andrei oltre le mie reali conoscenze.

Citazionese alle mie riceventi e trasmettenti mancasse l'oscillatore io dovrei solo mettere al posto giusto un quarzo della stessa frequenza su ogni apparato? In questo modo sarebbero radio a una sola frequenza?

Anche se fosse non sarebbe sufficiente inserire un componente che gli assomiglia al posto di un altro ma andrebbe rivisto buona parte del circuito stesso che evidentemente avrebbe bisogno di altra componentistica e di altri valori per poter operare in maniera simile, intendo dire che ci sono regole e calcoli ben precisi da seguire e nulla è lasciato al caso, se tolgo un componente lo devo rimettere quantomeno dello stesso valore quindi figuriamoci far fare la stessa cosa ad un componente che ne dovrebbe fare un'altra, in pratica c'è sempre uno schema elettrico da seguire, per dirti, se togli l'oscillatore e ne metti un altro, questo deve avere le medesime caratteristiche per poter funzionare correttamente altrimenti bisogna ricalcolare e rivedere parte del circuito, non funziona tolgo questo e metto quest' altro ma bisogna farlo in base allo schema prestabilito di tale circuito.

Credo che nel tuo racconto forse sarebbe meglio evitare tecnicismi che alla fine ben pochi lettori capirebbero, meglio andare sul generico, intendo dire che sarebbe meglio scrivere che il nostro eroe modifica un circuito esistente per renderlo operativo per un determinato scopo piuttosto che scrivere che ha tolto l'oscillatore per metterci un quarzo, a parte i pochi che ci smanettano tutto il resto della massa non capirebbe nulla, fosse un manuale tecnico ok ma e solo un racconto, cosi rischieresti di far annoiare che lo leggerà çç43 :D
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alejon


Certo, sono ben cosciente di non poter scrivere troppi tecnicismi, ma questa chiacchierata serve più a me che al racconto. Una regola d'oro per scrivere è quella appunto di informarsi il più possibile anche se poi saranno solo pochi particolari a entrare nella storia. Di sicuro ci sarà, nella narrazione, qualcuno che si occupa di elettronica, ma volevo appunto inserire un paio di elementi verosimili.
La mia esperienza di aeromodellista mi fornisce qualche base, e volevo sapere se sono cose esatte o no. Nelle vecchie radio in frequenza ricordo che si cambiava questo quarzo sia sulla radio che sulla ricevente sull'aereo per trasmettere su una stessa frequenza univoca e non interferire con altri velivoli. Da qui la mia idea di inserire la ricerca del quarzo.


Gianluca

Buon giorno a voi, stavo leggendo quanto scritto e ti dirò che il punto che riguarda il divieto di certi componenti elettronici per evitare che la gente possa costruire un ricevitore o trasmettitore non sta in piedi come soluzione totale, certo questo renderebbe tutto più difficile ma non è obbligatorio l'uso dei quarzi, l'oscillatore invece lo si fa con della comune componentistica, inoltre la parte del leone la fanno i soliti integrati tuttofare e di conseguenza in un mondo dove c'è il divieto di costruire apparecchi in grado di trasmettere o ricevere dovrebbero far sparire anche molti tipi di integrati anche se alla fine non sono comunque indispensabili nemmeno questi, detto più semplicemente, io eviterei di buttarla sulla componentistica, faresti invece prima a raccontare che smanettare con l'elettronica è vietato punto è basta visto che ogni singolo componente può essere usato per scopi diversi, di conseguenza se una scheda elettronica non è un radio, con le opportune modifiche lo potrebbe anche diventare.
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alejon


Grazie dell'intervento, Gianluca.
Mi rendo conto di fare fatica a descrivere in poche righe quello che è il mondo da me immaginato.
I miei protagonisti sanno che nel mondo non c'è comunicazione, ma la storia si svolge nell'area racchiusa tra due paesi a 25 km di distanza. Magari a cento km ci sono persone che hanno fatto passi in più. Nell'ambiente dei protagonisti però ancora non ci sono trasmissioni via etere.
Sapevo già di dover ridurre al minimo i particolari scientifici, un po' per questioni di nozioni mancanti ma anche per rendere scorrevole il testo.
Ma se dicessi che stanno costruendo un accrocchio con rimasugli di schede vecchie e mancano due quarziuguali per concludere l'opera, sarebbe una cosa fuori dal mondo?

Lucas

CitazioneMa se dicessi che stanno costruendo un accrocchio con rimasugli di schede vecchie e mancano due quarzi uguali per concludere l'opera, sarebbe una cosa fuori dal mondo?

Sarebbe perfetto, in passato diversi modelli di rtx erano canalizzati e per ogni canale erano montati due quarzi uguali, uno per la ricezione e uno per la trasmissione, sicuramente la ricerca dei quarzi e verosimile e direi che potrebbe rappresentare un momento fondamentale della tua storia.

Nella foto che allego si vede una tipica ricetrasmittente economica VHF degli anni 80 a 24 canali, se noti ci sono due file di quarzi da un lato (ricezione) e altrettanto dall'altra (trasmissione) ed entrambe contengono 13 quarzi in totale, cioè tredici canali al momento disponibili, insomma la ricerca dei quarzi sembra fatta apposta per il tuo racconto.
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Gianluca

Alla ricerca dei quarzi perduti :D  Già questo sarebbe un titolo da poter dare al racconto çç43 :) 
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Urbano

Ciao

Magari si potrebbe pensare alle radio a valvole per poi cercarle (le valvole) nel racconto, in pratica il futuro più estremo e il passato più remoto anche se credo che mettere al centro dell'attenzioni i quarzi come ultimo tassello del racconto sia più ideale
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alejon


Grazie Urbano e Gianluca dei vostri interventi.
Lucas, mi hai convinto, penso che rimarrò sull quarzo, in effetti era un po' come pensavo.

Ultima curiosità, per essere verosimile che range di frequenza hanno i quarzi?

charles_forever

Attenzione, perché i quarzi sono un'invenzione relativamente moderna, si possono fare oscillatori ed apparecchi radio senza quarzi in assoluto. Un vero guru, poi, un ingegnere elettrotecnico o elettronico, saprebbe costruire una stazione radio transoceanica come aveva fatto Marconi, cioè utilizzando una fiala di vetro, della limatura di ferro, un martelletto, una molla, un rocchetto con avvolto del filo elettrico tipo una bobina da automobile, altro filo elettrico, una candela da automobile, un tasto telegrafico, che al limite si può fare in casa con due pezzi di ferro. Marconi https://amzn.to/3AtCW3H collegò la Cornovaglia con il Canada, mandando un segnale radiotelegrafico comprensibile usando apparecchiature siffatte. Quindi fare una radio è in realtà non tanto difficile, io la saprei fare girandoci intorno in qualunque modo, se non ho questo uso quello, oppure quell'altro e avanti savoia.
Quando insegnavo alla scuola professionale facevo esperimenti di questo tipo nel cortile della scuola, senza transistor, quarzi, valvole, bobine...
La gamma di frequenza dei quarzi, comunque, va da qualche KiloHertz fino a migliaia di MegaHertz (dove un Hertz equivale ad un ciclo al secondo).

Charles.
Inter poenas et tormenta
vivit anima contenta
casti amoris
sola spe.

Lucas

Ciao. Si infatti in precedenza, su quanto hai detto, ho fatto l'esempio della radio a galena, credo però che bisogna innanzitutto tenere conto che si tratta di un racconto che si svolge in un mondo e in un epoca futura che evidentemente non esisterà mai e quindi anche la logica verrà meno. Trovare l'unica radio esistente e cercare di farla funzionare recuperando i quarzi mancanti mi pare più che sufficiente, fosse un episodio di Mc Gyver potrei anche capire hi :D ma alla fine si tratta solo di un racconto di fantascienza, naturalmente ogni suggerimento è buono per farne un resoconto generale e alejon poi potrà trarne le conclusioni.
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charles_forever

Sono uno scrittore anch'io, sebbene molto "piccolo", e a lume di naso posso dirvi che i racconti "buoni" sono quelli che hanno un sottofondo, un substrato, una base 'giusta'. Cioè sono logici. Si viaggia nello spazio coi "motori a curvatura", che non esistono, ma prendono spunto da una teoria fisica. Nel film "Independance Day" https://amzn.to/3s88Oan quando gli alieni brutti e cattivi oscuravano le comunicazioni terrestri insinuandosi sui satelliti con sottoportanti digitali, le comunicazioni radio vengono ripristinate grazie alle onde corte ed al vecchio tasto telegrafico Morse. Io credo che ci voglia anche una certa logica. Pensate al romanzo di Steven King in cui un segnale spacca-cervello veniva irradiato attraverso la rete cellulare. Non esiste, ma è logico. Poi il mio è un parere. Tentavo di spiegare che una radio si fa con quattro sciocchezze, e si arriva a trasmettere informazioni addirittura oltreoceano.

Carlo
Inter poenas et tormenta
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sola spe.

Lucas

Senz'altro, sono perfettamente d'accordo anch'io che un minimo di logica debba prevalere, ad esempio, spesso nei film, dallo scarico dei motori delle astronavi esce del fuoco e pure in gran quantità come se ci fosse l'ossigeno come sulla terra. In fondo di errori scientifici ce ne sono a valanghe sia nei film che nella realtà quindi li perdoniamo. ^-^  Certamente però il nostro amico scrittore ne avrà tratto qualche spunto da questa nostra discussione, la cosa brutta è che quando si pubblica un libro, una volta pubblicato e distribuito non si torna più indietro, certo poi si può sempre correggerlo in un secondo momento e poi ripubblicarlo ma gli errori precedenti rimangono. ....insomma i rischi del mestiere. çç29
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charles_forever

Ecco perché è quasi un anno che io sto rileggendo il mio ultimo romanzo, "purifico" lo scritto da quelli che mi sembravano allora buoni spunti, ed oggi vedo come errori...
Scrivere è bello, ma è anche un lavoraccio.

Charles.
Inter poenas et tormenta
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sola spe.

Lucas

Anche se non sono uno scrittore anch'io ne so qualcosa, nel senso che quando scrivo e poi rileggo apporto correzioni in continuazione e ogni giorno cambio idea, anche quando scrivo sul forum mi succede lo stesso, credo però sia una cosa positiva, non tanto perché si evitano di dire cose sbagliate ma perché c'è un senso di autocritica che ci condiziona.

Mi immagino cosa significhi scrivere un intero libro, personalmente se lo facessi io, il momento di pubblicarlo non arriverebbe mai poiché ci troverei qualcosa da correggere anche dopo un milione di correzzioni. çç13 :)
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alejon


Grazie Charles anche del tuo intervento, ne sta venendo fuori una discussione interessante.
La materia è veramente affascinante, ma penso che inserire in una storia il procedimento che tu hai descritto usato da Marconi non sarebbe così facile, e comunque richiederebbe delle conoscenze molto approfondite. Se ti va di spiegarmelo in breve sarò ben lieto di leggere.

Condivido in pieno il discorso sulla "logica" che deve fare da humus alla storia, ho scritto questo post proprio per non incappare in un buco logico troppo grande.
Forse erroneamente avete creduto che si tratti di un romanzo fantascientifico, in realtà l'ambiente e la storia sono quasi tribali. Si potrebbe parlare di genere distopico ma solo in parte, in quanto l'ambiente dove si svolge la storia sarebbe un'isola molto rigogliosa. L'unico elemento "futuristico" sarebbe l'assenza di comunicazione, ma tutto ciò dopo l'era internet, circa 150 anni dopo, dunque con tutti i rimasugli di una tecnologia in disuso.
Per questo i quarzi mi sembrano adatti, perché sono moderni ma obsoleti già oggi (2017) sulle radio.

Sono aperto ad altre soluzioni, il dialogo è stimolante!
Grazie ancora.


charles_forever

Attenzione anche a non cadere nell'idolatria tecnologica! I quarzi sono tutt'altro che obsoleti!
Semplicemente oggi si usano dei circuiti (PLL o DDS) che utilizzano un quarzo solo di riferimento, anzichè parecchi com'era una volta. I quarzi sono la base dei tempi o clock nei computer.
Ma veniamo a Guglielmo Marconi. La sua geniale intuizione fu di utilizzare conoscenze già conclamate in modo nuovo. Ai suoi tempi già si conosceva l'esistenza delle cosiddette Onde Hertziane, scoperte dal prof. Hertz nel XIX secolo. Lui prese un generatore di Onde, costituito da un rocchetto di Ruhmkorff (in pratica una bobina o autotrasformatore elevatore di tensione alternata), che generava appunto onde Hertziane se collegato ad uno scintillatore, molto simile agli elettrodi di una candela d'automobile, ed un rivelatore di Onde, inventato da uno degli studiosi da lui seguiti, il cosiddetto coesore di Calzecchi-Onesti o coherer, costituito da una fiala o ampolla di vetro riempita di segatura o limatura di ferro dolce. Tale ampolla, se investita da un fascio di radioonde, andava ad inmnescare un solenoide, che magnetizzava la limatura di ferro contenuta nell'ampolla, attirando verso l'ampolla stessa un martelletto, che rivelava col suo suono secco la generazione di radioonde. Siccome però l'ampolla restava magnetizzata e non riceveva più, Marconi fece in modo che, una volta che le radioonde cessavano, il coesore facesse da relè, innescando un martelletto a molla che batteva sul coesore, smagnetizzandolo e riallineandolo alla ricezione di una nuova trasmissione. Per aumentare la distanza, Marconi sperimentò l'antenna, un sistema di fili o di bacchette metalliche, contrappesato da un collegamento a terra. Era sufficiente aumentare la potenza dello scintillatore ed accordare l'antenna di trasmissione con quella di ricezione attraverso l'utilizzo, dapprima sperimentale, poi via via sempre più corretto scientificamente, di un condensatore e di un solenoide. Quest'ultimo venne chiamato bobina. Con un sistema così rudimentale, il nostro scienziato Anglo-Bolognese riuscì, finanziato dalla Gran Bretagna (non certo dall'Italia...) a collegare le stazioni da lui fatte costruire a Poldhu in Cornovaglia e a Terranova, ottenendo un riconoscimento a livello mondiale. Le Onde Radio sono alla base di un mare di servizi, sia informativi, sia di collegamento e sicurezza, sia di navigazione ed aeronavigazione, incalcolabile è il numero di vite umane salvate attraverso le radioonde, e il salto in avanti compiuto dall'Umanità con quella scoperta.
Marconi fu soprattutto un geniale inventore che utilizzò scoperte di scienziati di varie parti del mondo, da lui conosciuti per via della sua perfetta conoscenza della lingua Inglese, trasmessagli dalla madre, che gli consentiva di poter leggere articoli scientifici esteri. Però egli non fu solo un mero "assemblatore" di scoperte altrui, la sua intuizione che gli fece inventare l'antenna fu determinante per l'uso pratico delle Onde scoperte da Hertz.

Carlo
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Gianluca

alejon se studi Marconi vedrai che ti ispirerà un bel po' se consideri che si tratta di un pioniere e di storie sulle sue sperimentazioni ce ne sono tante, pubblicazioni ne trovi fin che vuoi e sicuramente ti sarebbero di aiuto per farti venire nuove idee, in fondo proprio come nel tuo racconto, anche Marconi cercava di comunicare via radio con i mezzi che aveva a disposizione, esattamente come nella tua storia seppur in un contesto molto diverso
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Lucas

A ogni modo immagino che la parte dei quarzi sia solo un capitolo o comunque una parte della storia, adesso ti rimante tutto il resto, se ti serviranno altri consigli te li darò volentieri. Per ora ti auguro buona fortuna çç53
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alejon


Grazie della spiegazione, charles-forever.
Grazie anche agli altri che sono intervenuti.
La storia di Marconi è veramente interessante, ma devo ammettere che ho troppe lacune per entrare in qualche dettaglio con una certa sicurezza. Sicuramente proverò comunque a cercare in rete qualche spiegazione a prova di ignorante quale sono.
Penso di restare orientato sui quarzi, anche perché effettivamente possono svolgere il ruolo di "scelta della frequenza e concordanza fra trasmettitore e ricevitore", poi perché se è una cosa che ho intuito dai radiocomandi di aeromodelli, penso sia ben trasferibile sulla carta per la mia storia. Insomma, quello che voglio dire è che il funzionamento del quarzo in questo contesto non è un concetto molto difficile.

In realtà nel libro se ne parlerà in poche occasioni, ma l'evento della ricerca del quarzo sarà un po' il motore della storia, almeno per quello che riguarda uno degli obiettivi condivisi dai protagonisti. Il punto di vista sarà su una persona che non ne sa tanto di elettrotecnica, perciò il rimanere alla giusta distanza da cose troppo tecniche risulterà anche verosimile.


Lucas

CitazioneIl punto di vista sarà su una persona che non ne sa tanto di elettrotecnica

Meglio, così anche se dovessi scrivi delle cavolate hai la miglior scusante ;D
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